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Il 21 novembre 2014, Piero Mantellassi, del Consorzio dei circoli nautici, e Marco Filippi, che è senatore della Repubblica, hanno organizzato nella nostra sede sociale un incontro di discussione del futuro del porto turistico di Livorno, all’interno del ciclo Livorno ripensa se stessa. A questo incontro, per il Club, hanno partecipato Gian Luca Conti e Andrea Frediani.

Erano presenti: Marco Filippi, che ha presieduto e coordinato il dibattito, il sen. Raffaele Ranucci, relatore del disegno di legge delega per la riforma della nautica, Roberto Piccini, Porto Livorno 2000, Massimo Provinciali, segretario Autorità Portuale di Livorno, Vincenzo Poerio, amministratore delegato di Azimut Benetti.

Di nostro interesse, l’intervento del dott. Provinciali, quello dell’ing. Poerio e lo sfondo di Mantellassi, che ha presentato l’ipotesi Bellana soffermandosi sull’importanza di un porto socialmente turistico per Livorno e sulla validità, non solo urbanistica ma anche paesaggistica, della sua proposta. Piccini, per parte sua, ha sostenuto l’opportunità di riservare il bacino 75 alle navi da crociera, contro l’opinione a favore di un uso industriale di Poerio e anche le diverse ipotesi di delocalizzazione che volevano gli attuali posti del Mediceo collocati in quello specchio.

Provinciali ha difeso l’operato dell’Autorità portuale, in un procedimento non sempre lineare, come ha ammesso particolarmente con riferimento ai tempi di realizzazione del porto turistico. Ha sottolineato che l’attuale Autorità Portuale sta cercando di risolvere un problema che altri ha lasciato sul suo tavolo, dando attuazione a decisioni risalenti nel tempo. Ha ricordato di avere inoltrato un quesito al ministero e di avere ricevuto una risposta a suo avviso confortante. In questo contesto, ha reso esplicita la volontà dell’Amministrazione di addivenire al rilascio della concessione in favore della STU Porta a Mare, riconoscendo il problema della delocalizzazione, che si dovrà risolvere, a suo avviso, mettendosi intorno a un tavolo e ipotizzando più seriamente la localizzazione della Bellana come luogo della nautica sociale livornese.

Del suo intervento, si deve ricordare, però, soprattutto la volontà di presentarsi come un “freddo” burocrate in senso tipicamente weberiano.

Altrettanto interessante l’intervento dell’ing. Poerio, che ha sottolineato, con vivace coraggio tenendo conto di parlare dinanzi agli armatori che aveva definito pescatori di cozze sul Tirreno di primavera, di parlare come “freddo imprenditore”, attento agli utili della società che amministra e nello stesso tempo all’accoglienza degli stakeholder con cui è costretto ad operare. Poerio ha spiegato che lo sviluppo del Porto turistico è dal punto di vista di Benetti uno strumento per tenere in Italia, a Livorno, gli armatori delle imbarcazioni (i gigayachts) che produce. In questo contesto, Poerio ha collegato lo sviluppo e la realizzazione del Porto turistico allo sviluppo della città, pur affermando, più o meno testualmente, che come freddo imprenditore ha paura ma sa di dover acconsentire alle richieste della pubblica amministrazione.

Cino Milani, che è davvero un amico, ha preceduto l’intervento di chi scrive, dicendo che a lui piace il Porto turistico, ma che non riesce, come livornese, a vedere e immaginare il Porto mediceo senza lo Yacht Club di Livorno.

Chi scrive ha ricevuto dalla generosità del sen. Filippi l’onore di chiudere il dibattito e lo ha fatto scusandosi di non riuscire ad essere freddo, di non riuscire a vedere con freddezza il proprio ruolo di custode della memoria del nostro Club e dei suoi valori sportivi, culturali e marinari. Si è quindi chiesto del perché dopo un anno di ricerca affannosa di un dialogo era stato invitato ad un dibattito organizzato da altri nella propria sede e ha sperato che questa fosse l’occasione per recuperare il tempo perduto e non di una veglia funebre. Ha ringraziato i presenti e si è chiesto del perché vi fossero molti assenti importanti, del perché non fosse presente l’Amministrazione comunale che dovrebbe essere al centro delle scelte che riguardano il Porto turistico come strumento di valorizzazione della città. Ha criticato un metodo di produzione delle decisioni pubbliche in cui la scelta di affidare una concessione è stata anteposta alla scelta di realizzare il Porto turistico e ha letto ad alta voce la risposta al quesito evocata dal dott. Provinciali che, letteralmente, si presta a molte interpretazioni.

Chi scrive non ha detto due o tre cose che sarebbero suonate male. Non ha detto che nel tempo passato, la Stu ha ceduto lo sviluppo a terra e senza lo sviluppo a terra non ha molto senso – nel tessuto dell’accordo di programma – la realizzazione del Porto turistico che la volontà amministrativa del 2003 aveva collegato alla realizzazione delle RTA nell’area Ex Orlando. Nè ha detto che l’unica cosa fatta del Porto turistico è stata l’insabbiamento dello specchio acqueo fra il Club e il prolungamento del Molo Elba (sono due le imbarcazioni dirette alla banchina di Lusben che quest’anno si sono insabbiate dinanzi al Club).

La conclusione del dibattito, però, non è nelle parole che sono state dette. E’ nell’importanza di un evento del genere nelle stanze dello Yacht Club, nel fatto che un senatore della Repubblica lo organizzi e chieda la nostra attiva partecipazione, consentendoci di chiudere un dibattito. Nella presenza dell’ing. Poerio, una presenza tutt’altro che fredda e particolarmente intelligente.

Insomma, la sostanza del dibattito sono state le parole non dette e queste potevano suonare sia come una veglia funebre che come il tentativo di iniziare un dialogo costruttivo.

Per parte nostra, se non siamo disposti a una veglia funebre che non ricordi il motto della Vieille Garde napoleonica, siamo più che pronti a cercare una soluzione ragionevole e condivisa fra tutti gli stakeholder per lo sviluppo e la valorizzazione del Porto mediceo.