Alberto Cavallini ci ha lasciati ieri, 26 agosto 2020, dopo una lunga malattia.

Alberto è stato un amico dello Yacht Club Livorno, un amico vero, e dispiace ricordarlo senza sapere che ci telefonerà per gli auguri di Natale, come faceva ogni anno.

La storia di Alberto merita di essere ricordata.

Alberto è stato un palombaro. Lavorava al Cantiere Navale Fratelli Orlando quando il Cantiere varava le navi in Darsena Nuova. Alberto aveva il compito di spingersi sott’acqua fino ai supporti che ne sostenevano l’impalcata. Ci voleva coraggio per toglierli sapendo che la nave ti avrebbe potuto travolgere se non facevi il tuo lavoro esattamente come doveva essere fatto.

Alberto è stato un sindacalista e non un sindacalista qualsiasi: un sindacalista che aveva fatto il palombaro, che poteva rappresentare le opinioni e i bisogni dei suoi compagni perché aveva rischiato la vita lavorando, qualcosa di molto diverso dai sindacalisti di oggi che, talvolta, non hanno mai lavorato.

Alberto è stato un socialista, un socialista autonomista, perché aveva le idee e i valori di un socialista, credeva nella giustizia e nella libertà. Non avrebbe mai potuto essere un comunista perché non avrebbe mai potuto accettare che qualcuno gli dicesse che cosa fare, che qualcuno diverso dalla sua coscienza gli dicesse che cosa fare. I valori erano gli stessi ma non il metodo e il metodo per Alberto era importante quanto le idee.

Alberto è stato una parte della coscienza del Molo Mediceo perché lo ha amato, ha fatto parte di una comunità, è stato un pezzo importante della nostra comunità: non si è mai tirato indietro da nessuna discussione e, soprattutto, non ha mai fatto mancare il suo sorriso, il sorriso di un palombaro.

Alberto è stato anche un marito affettuoso per Laura. Laura era una parte di lui e lui lo sapeva mostrare, con semplicità. Si vedeva quando camminava che non avrebbe camminato senza Laura al fianco e quando mangiava che il cibo non avrebbe avuto lo stesso sapore senza Laura.

Ho pensato molto a come si potrebbe onorare la sua memoria e mi piacerebbe che tutti i circoli del Mediceo organizzassero una veleggiata in suo onore: il Trofeo Cavallini, non una regata, ma semplicemente una veleggiata, un modo per ritrovarsi tutti insieme e mangiare un piatto di spaghetti dopo essere stati una mattina in mare.

Alberto lo meriterebbe e sarebbe con noi, dal lassù dei palombari socialisti, a servire gli spaghetti e, alla fine, a sedersi per raccontarci di quella volta in Consiglio comunale o di quello sciopero al Cantiere…